Buon Ascolto: per fortuna c'è sempre la radio

Un pubblico vasto si riconosce nello strumento che senza eccessi accompagna le nostre giornate: la comunicazione emozionale, specie quando è esaltata da buona musica, funziona eccome

Il 13 febbraio si celebra la giornata mondiale della radio e ricorre il decennale di questo appuntamento istituito dall’Unesco nel 2011. La radio è uno strumento meraviglioso che attraverso i decenni ha conosciuto destini alterni. Ha fatto vibrare l’animo della gente prima e dopo la guerra tenendola attaccata alla vita. Poi è finita in un lungo oblio quando il mezzo televisivo ha preso prepotentemente il sopravvento, nell’era del boom industriale e via avanti.

Dagli anni ’90 in poi, la radio ha cominciato la risalita. Il fenomeno romantico delle “private” si è modificato in networks sempre più forti e strutturati che oggi, per fortuna, catturano ascolti poderosi coniugando con equilibrio informazione e intrattenimento.

Non sono affatto una minoranza coloro che preferiscono la radio alla TV. Perché l’informazione è più asciutta e rigorosa, evitando le derive di confronti e dibattiti esagitati nei quali chi più urla è generalmente chi ha meno da dire. Ma la radio è anche un intrattenimento garbato, più “one-to-one”: ancora oggi, strano ma vero, i conduttori di talento riescono a toccare il cuore delle persone, seppur non manchino quelli meno brillanti che ridono troppo senza riuscire a spiegarne il perché. Tuttavia sono una minoranza.

La radio ci parla, cerca il confronto e l’interazione. Ci lascia libertà di movimento e di fare altro anche se esige attenzione: quando ascoltiamo un programma particolarmente interessante, siamo noi a fermarci per concentrarci meglio. Ma è una scelta, non un’imposizione.

Dopo aver lottato strenuamente per la sopravvivenza contro il moloch televisivo, le emittenti leader per uno strano contrappasso hanno creato una loro TV, strumento francamente non fondamentale, un ibrido, un compromesso con il mercato che non aggiunge molto e forse qualcosa toglie: una voce può essere fantastica anche senza un volto. Ha il suo fascino immaginare come sia fatta una persona che non conosciamo ma che ci parla ogni giorno: scoprirlo accendendo la TV è talvolta fonte di piccole delusioni.
L’immaginazione supera la realtà, quasi sempre, lasciamola lavorare. La radio è questo, comunicazione emozionale: quando c’è anche buona musica, il risultato è garantito.