Trasformazione dei punti vendita
In un futuro dominato dalla vendita diretta, che fine fanno i negozianti? Riflessioni sulle evoluzioni che i punti vendita potranno intraprendere, per prestare un servizio che va ben oltre la vendita del mezzo
La fase acuta dell’emergenza potrà essersi conclusa, ma gli effetti della pandemia di COVID-19 nel nostro mondo si vedranno nel presente e soprattutto nel futuro prossimo. E anche il mondo dello sport non sarà esente da importanti evoluzioni.
In particolare, in Vitesse siamo attivi da quasi 30 anni nel mondo del ciclismo in veste di Ufficio Stampa, PR e Media Relations, organizzatori di eventi e digital strategist. Questa conoscenza profonda del settore di riferimento ci ha spinto a delle riflessioni su come il settore delle due ruote stia cambiando – visto dalle varie angolazioni – e abbiamo individuato 10 trend importanti che potrebbero consolidarsi nei prossimi mesi ed anni.
Ecco la seconda puntata:
Trasformazione dei punti vendita
La centralizzazione della distribuzione da parte delle aziende (di cui abbiamo parlato nella prima puntata di questa serie) risponde anche ad un’altra esigenza, quanto mai sensibile sul mercato di oggi, che riguarda proprio la comunicazione: in un mercato altamente competitivo, e con una forte disparità di punti prezzo, l’azienda sente l’esigenza di comunicare tecnologie, innovazioni e valori in maniera accurata e strategica. Un obiettivo raggiungibile solo con un grande sforzo di formazione e un altrettanto grado di competenza nell’ultimo grado di separazione dal cliente: quello del negoziante.
Ma in un mercato dominato dalla distribuzione diretta, che fine fanno i negozianti? Secondo noi non spariranno – pur probabilmente riducendosi di numero – ma andranno a trasformarsi.
L’evoluzione del mercato nella direzione della pedalata assistita non è un effetto del COVID-19: era un trend già esistente, e i primi numeri sulla domanda post-lockdown ci dicono che la proporzione rispetto alle muscolari non sta subendo drastiche variazioni rispetto alla fase precedente. Ma questo trend, nel contesto presente, produce due conseguenze: incremento del valore medio dei mezzi a due ruote (empiricamente, una e-Bike costa di più di un suo omologo muscolare, seppur con i distinguo fra le varie categorie), e incremento delle bici utilizzate come mezzo di trasporto, e vissute quindi come uno strumento della routine quotidiana anziché un semplice passatempo.
Questi due effetti pongono l’accento su un aspetto mai così delicato: quello della manutenzione e dell’assistenza. Quanti di noi porterebbero a riparare la propria auto, magari di pregio, al primo meccanico dietro l’angolo? Quanti di noi hanno scelto, al contrario, la marca della propria auto proprio per la presenza di punti di assistenza ufficiali a portata di mano?
La e-Bike porrà i meccanici di fronte a problemi mediamente più complessi rispetto alle bici tradizionali, problemi che non tutti sono e saranno in grado di risolvere: non l’utente in autonomia, e talvolta nemmeno il meccanico “basic”. Se a questo si aggiunge il fatto che la propria e-Bike è il mezzo principe per andare a lavorare, allora mettiamo a fuoco come la manutenzione e l’assistenza rischino di giocare un ruolo chiave per gli utenti per decidere se affidare l’equivalente di un paio di stipendi ad un’azienda anziché un’altra.
Sulla scorta di quanto fatto da un marchio come Shimano in anni recenti, non saremmo sorpresi di cominciare a vedere Service Center autorizzati dei vari marchi di riferimento. Punti vendita nei quali la manutenzione e la disponibilità di pezzi di ricambio di uno o più marchi siano garantiti tempestivamente, e che garantiscano la conoscenza dei modelli che solo la costante formazione presso la casa madre (anche da remoto, visti i tempi) può procurare.
Una sorta di officine specializzate e autorizzate, che si affianchino come presenza sul territorio ai flagship store che alcuni marchi certamente continueranno ad avere, ma ovviamente più numerose e capillari di queste ultime. Presso i service centers sarà possibile anche ritirare la bicicletta ordinata online, farsela montare, effettuare messa in sella e ogni necessario aggiustamento, creando immediatamente una relazione di fiducia sulla competenza che – soprattutto per mezzi dal ticket price importante – potrà sfociare facilmente in una relazione di lungo periodo, sia con il service point che con il marchio medesimo.
E la vendita bici? Rimarrà una componente anche all’interno del negozio fisico, seppur realisticamente più ridotta. Più facile invece che la relazione privilegiata con il brand generi movimento sul settore abbigliamento e accessori, oltre che ovviamente su quello dei ricambi.
In un futuro, neppure troppo lontano, i punti vendita potranno essere al centro di un processo ecosostenibile per il riciclo o smaltimento di bici e componenti: batterie esauste in primis.